Kandinskij, nelle sue opere, espone le sue teorie sull'uso del colore, intravedendo un nesso strettissimo tra opera d'arte e dimensione spirituale. Il colore può avere due possibili effetti sullo spettatore: un "effetto fisico", superficiale e basato su sensazioni momentanee, determinato dalla registrazione da parte della retina di un colore piuttosto che di un altro; e un "effetto psichico", dovuto alla vibrazione spirituale (prodotta dalla forza psichica dell'uomo) attraverso cui il colore raggiunge l'anima. Esso può essere diretto o verificarsi per associazione con gli altri sensi. L'effetto psichico del colore è determinato dalle sue qualità sensibili: il colore ha un odore, un sapore, un suono. Il blu è il colore del cielo, è profondo; se è intenso suggerisce quiete, se tende al nero è fortemente drammatico, pesante. In genere è associato al suono del violoncello. Il verde è assoluta mobilità in una assoluta quiete, fa annoiare, suggerisce opulenza, compiacimento, è una quiete appagata. Appena vira verso il giallo acquista energia, giocosità. Con il blu diventa pensieroso. Gli appartengono i toni ampi, caldi, semigravi del violino. Il viola è instabile, difficile. Suscita il dubbio e l'ambiguo, complicato da gestire nella fascia intermedia tra rosso e blu. È paragonabile al corno inglese, al fagotto. Il rosso è caldo, vitale, vivace, irrequieto. L'energia del rosso è consapevole, mobile ma controllabile. Più è chiaro e tendente al giallo, più ha vitalità, energia. Il rosso scuro è più meditativo. È paragonato al suono di una tuba e al rullo del tamburo. Il giallo è dotato di una follia vitale, prorompente, di un'irrazionalità cieca; Il giallo è il canto del gallo, il raggio di sole, la leggerezza. Viene paragonato allo squillo di una tromba o al suono di una fanfara.